L’importanza di essere sempre sul pezzo e raccontare ciò che accade nel mondo. Ma quanta fatica!

L’informazione corretta e la narrazione di fatti accaduti nel breve volgere di momenti talora tragici che si alternano ad altri di spensieratezza, ci fanno capire in fondo come tutto sia rappresentato dalla metafora della vita. E mentre scriviamo dell’inizio del Festival di Sanremo ci accorgiamo che in Turchia e Siria si è scatenato un terribile terremoto che al momento consta di 2300 morti e numerosissimi feriti. Così, tra il tormentone anarchico targato Cospito, lo scontro parlamentare sulla legge del 41 bis, su Matteo Messina Denaro che dice ”Sono incazzato, su di me vengono solo raccontate balle”e mentre da Sanremo si apprende che non ci sarà nessun video collegamento con il presidente ucraino Zelensky, ma soltanto un testo scritto e inviato dallo stesso presidente per essere letto da Amadeus restiamo sbalorditi e attoniti dal continuo controsenso di fatti avvenuti in maniera repentina. E intanto imperversa da un anno la guerra fratricida tra Russia e Ucraina e i barconi carichi di emigranti ci raccontano ancora dei morti annegati di donne incinte, bambini di pochi mesi e vecchi, in una catastrofe umana che non ha fine. E allora ci chiediamo dove sta la verità in questa strana vita tanto amata e in cui crediamo che, comunque sia, ne valga la pena di viverla sempre fino in fondo? Non è davvero facile fare informazione ed entrare nelle case di ognuno, senza la delicatezza di non impressionare e investire di brutto la sensibilità. Tuttavia, non c’è altro modo di raccontare la vita, di narrare ciò che è il quotidiano, ciò che ci sta attorno a fatti e personaggi che ne mettono in evidenza il destino. E intanto, pigiando i tasti del nostro computer, ci immaginiamo il senso di umano e legittimo smarrimento provocato dalla notizia, prima bella e poi subito brutta. E’ il nostro impegno di informare in maniera corretta, riferendo gli accadimenti talora anche impressionanti di una vita che si vorrebbe più leggera e mai fatalmente punitrice di infausti momenti. Ma chissà, forse quello non sarebbe narrare la vita stessa.

Salvino Cavallaro

       

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